Il sogno di tutti i trader è diventare ricchi. Il cammino è estremamente difficile. Per percorrerlo, e portarlo a termine, è necessario spogliarsi di alcune velleità e porsi nei confronti del mercato con un atteggiamento umile, di chi vuole imparare. Una buona idea potrebbe essere quella di fare riferimento ai grandi trader della storia. Non si tratta, ovviamente, di replicarne gli investimenti (questo è oggettivamente impossibile), bensì di accoglierne gli insegnamenti. Molto spesso, infatti, i grandi trader hanno sparso qua e là pillole del loro sapere, e condiviso alcuni dei loro convincimenti.
Di seguito, un piccolo excursus su alcuni grandi trader della storia (alcuni sono ancora in vita) e una riflessione sull’insegnamento che ciascuno di loro ha lasciato.
George Soros
George Soros è il più grande investitore dell’era contemporanea. Di recente, è salito alla ribalta anche nelle cronache comuni in quanto oggetto delle teorie del complotto. Attualmente viene definito come un filantropo “mondialista”, ma la sua carriera si è sempre basata sull’investimento speculativo. Celeberrime le manovre condotte ai danni della lira e della sterlina durante i primi anni novanta, che gli hanno fruttato qualche miliardo di dollari nel giro di pochissimi giorni o settimane.
A prescindere dal giudizio morale che ciascuno è libero di pronunciare, George Soros rimane uno dei “principi” dell’investimento speculativo. Più volte e in più occasioni (libri e interviste) ha condiviso alcune delle sue teorie, le quali possono essere preso a consiglio anche dai trader comuni.
Una delle sue massime più famose è la seguente: “I mercati versano in una eterna condizione di incertezza. Si diventa ricchi prendendo in considerazione l’ovvio e scommettendo sull’imprevisto”.
Queste parole rivelano una concezione del trader che strizza l’occhio all’azzardo. Tuttavia, si tratta di un azzardo calcolato, in quanto “considera l’ovvio”.
Jesse Livermore
Tra i più grandi economisti del ventesimo secolo, fu uno dei primi – da una posizione accademica – a comprendere veramente le dinamiche del mercato e a speculare, guadagnando fortune. E’ stato uno dei primi, poi, a interpretare le vendite allo scoperto in uno strumento di arricchimento.
La sua frase più celebre è la seguente: “Agisci solo quando tutti i segnali sono a tuo favore. Nessuno può rimanere nel mercato per tutto il tempo e guadagnare. Ci sono momenti in cui si dovrebbe rimanere fuori, per questioni sia emotive che economiche”.
Con questa massima, Livermore ci sta dicendo che il trader vincente non è colui che over-trada, ma bensì chi riesce a individuare il momento giusto per entrare nel mercato, guadagnare, per poi ritirarsi in disparte. Da questo punto di vista, il trading più che a una guerra campale, può essere paragonato a una guerriglia.
Edward Sekyota
Ed Sekyota è un trader che ha fatto la sua fortuna ponendo al centro della sua attività l’informatica. E’ stato, infatti, uno dei pionieri del trading automatico. A prescindere dallo strumento utilizzato, alla base della sua attività da investitore, vi è un concetto semplice: ovvero la razionalità del mercato. Da questo punto di vista, il trading è una cosa semplice: si entra quando i segnali dicono di entrare, si esce quando i segnali suggeriscono che è meglio uscire. Il corollario di tutto ciò è anch’esso molto semplice: l’”io”, ovvero i propri convincimenti, devono avere un ruolo ridotto.
Ha sintetizzato questo pensiero in una frase in particolare: “I fondamenti su cui ho costruito la mia idea di trading sono: il trend di lungo periodo, il grafico giornalieri, la scelta del prezzo di entrata e di uscita. Al quarto posto, ma molto più in basso, metto i miei convincimenti”.
Paul Tudor Jones
“Decisi di imparare la disciplina e la gestione del capitale. E’ stata una esperienza catartica, che mi ha consentito di ripensare me stesso. Decisi che sarei tornato a investire, e che sarei stato molto disciplinato”.
Questa, ovviamente, non è una massima. E’ una vera e propria confessione, vergata a mo’ di diario, inserita nel bestseller “Market Wizards”. Si riferisce a un periodo di tristezza che seguì a una radicale perdita di denaro. Note di contesto a parte, queste parole sono illuminanti. Suggeriscono una condizione necessaria, ma non sufficiente, per fare successo: la disciplina. Senza un atteggiamento metodico e disciplinato, il successo semplicemente non può essere conquistato.