Il panorama delle criptovalute, sulla scia dell’incredibile successo del Bitcoin, si è arricchito moltissimo negli ultimi anni con Ripple e Ethereum. Di positivo, si segnala una crescente specializzazione, sicché gli investitori hanno a disposizione una scelta molto variegata. Simbolo di questa tendenza è Ripple, una criptovaluta che ha già qualche anno alle spalle (è nata nel 2013) ma che solo di recente ha conquistato la scena.

I motivi? Meccanismi sui generis, interesse da parte di alcune banche, performance di mercato in grande ascesa.

A Dicembre 2017 la quotazione di Ripple (XRP) è di quasi 2 euro (2,5 usd circa)!

Per comprendere realmente cosa sia Ripple e quali opportunità offra è bene operare un paragone con qualcosa di ampiamente conosciuto: il Bitcoin.

Ripple e Bitcoin: i punti in comune


Ripple, proprio come il Bitcoin, ed essendo una criptovaluta, non esiste fisicamente ma solo virtualmente. Inoltre, anche qui come il Bitcoin, è parzialmente acefala. Non ha una banca centrale alle sue spalle che possa modificare l’offerta. Questo è un pregio, se si considera l’impatto profondo che la manipolazione dei tassi di interesse genera sul valore di una moneta. E’ tuttavia anche un difetto: in primo luogo perché viene a mancare un market mover che conferisce leggibilità, secondariamente perché le banche centrali, o comunque istituti in grado di influire sull’offerta, sono gli unici in grado di intervenire efficacemente e tempestivamente sugli shock. In ogni caso, questo è un difetto non totalmente imputabile a Ripple, dato che tutte le criptovalute, praticamente per definizione, sono decentralizzate e acefale.

Un altro punto in comune tra Ripple e Bitcoin è il meccanismo di transizione peer 2 peer, che attualmente è l’unico, o comunque uno dei pochi, che permette transizioni di valuta digitale in un ambiente relativamente sicuro.

Ripple e Bitcoin: le differenze

I punti in comune finiscono qui. In effetti, la forza di Ripple sta nel suo approccio innovativo. Non è l’ennesima criptovaluta, bensì un asset capace di contribuire allo sviluppo del comparto in termini di nuove tecnologie e nuovi meccanismi. Paradossalmente, tale approccio ha anche rappresentato un freno, in quanto percepito troppo disrupting dagli investitori, che tendono ad andare sul sicuro.

Ad ogni modo, la caratteristica che separa Ripple da Bitcoin (ma anche da qualsiasi altra criptovaluta) è la possibilità di scambiare denaro senza continuità di forma. La rete di Ripple, infatti, permette per assurdo di pagare in Ripple e far ricevere al beneficiario l’equivalente in euro (o altro). Da questo punto di vista, il network funge, piuttosto che come ambiente transattivo, da intermediario bancario.

Un altro tratto peculiare è la velocità delle transazioni, che sono praticamente immediate e assimilabili alle transazioni di valuta tradizionale. Se si considera questo aspetto, Ripple è seriamente candidata per essere la prima criptovaluta a conquistare lo status di mezzo di pagamento effettivo.

Questa velocità, tuttavia, ha un prezzo: non esiste la blockchain, le transazioni non sono tracciabili in quanto non vengono iscritto a un registro condiviso. Ciò ha fatto nascere dubbi sulla sicurezza di Ripple i quali però, vista l’assenza di scandali, non hanno avuto uno sbocco concreto.

Investire nel Ripple: performance di mercato e prospettive

Per investire nel Ripple, come per qualsiasi altra criptovalute, le alternative sono due: commerciare direttamente con la valuta, utilizzare strumenti derivati. Nel primo caso, è necessario aprire un e-wallet e fare riferimento alle piattaforme di Exchange, che permettono di convertire valuta tradizionale in valuta virtuale e viceversa. Nel secondo caso, è sufficiente aprire un conto presso un broker. Lo strumento derivato mediante cui è possibile fare trading con Ripple, come per qualsiasi altra valuta, è il CFD.

Come si sta comportando il Ripple? Per molto tempo è rimasto in sordina, assestandosi sui pochi centesimi di dollaro. Poi, sulla scorta del successo del Bitcoin ha iniziato a macinare terreno, comunque a un ritmo minore rispetto alla concorrenza.

A metà dicembre, poi, il botto: Ripple ha quasi triplicato in suo valore a cavallo tra il 13 e il 14 Dicembre.

Cosa si può dire? Questa crescita si rivelerà un fuoco di paglia?

Non è possibile rispondere con certezza, ovviamente. Tuttavia, si apprezzano segnali positivi. Uno di questi è l’interesse dimostrato da alcune banche commerciali, che ne stanno valorizzando il tratto peculiare: la possibilità di scambiare senza continuità di forma. Alcune banche, tra cui Santander e Bank of America, stanno utilizzando Ripple per convertire moneta.

Come fare trading di Ripple?

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