Il Significato dell'investimento in Azioni

Spesso, quando parliamo di investimenti, ci addentriamo in dettagli complessi, ma a volte tralasciamo l’essenziale. Se vi siete mai chiesti cosa significhi realmente il prezzo di un’azione o perché investire in borsa non sia speculazione pura, questo è l’articolo che fa per voi.

Vogliamo spiegarvi il pensiero di “Mr. Market”, come lo chiamava il maestro di Warren Buffett, Benjamin Graham.

L’obiettivo è chiarire la differenza tra il rischio implicito nell’investimento azionario e quello in un asset class di natura speculativa. Prendiamo spunto dal mantra di Nick Majuli: “Finché non vai in pensione, continua a utilizzare il tuo risparmio per comprare asset che generano reddito“. Ma cosa sono esattamente questi “asset che generano reddito”?

Cosa Significa “Income Generating Asset”?

Un “income generating asset” è un bene il cui valore si basa sulla capacità di produrre reddito e flussi di cassa. Nel mondo degli asset quotati, escludendo gli immobili, le due macrocategorie principali sono i prestiti (obbligazioni) e le società (azioni).

Le obbligazioni sono relativamente intuitive: hanno una scadenza, un interesse fisso (a meno che non siano indicizzate all’inflazione) e, se l’emittente non fallisce, il rendimento a scadenza è noto fin dall’inizio. Il rendimento a scadenza riflette il rischio attribuito dal mercato a quella specifica obbligazione, inclusi il “term premium” (rischio scadenza) e il “credit spread” (rischio emittente).

Le azioni, invece, sono più complesse. Non sono contratti con rendimenti garantiti; anzi, non c’è alcuna garanzia di guadagno, e si può persino perdere denaro. Secondo un famoso paper di Bess e Binder, un’azione a caso ha quasi il 50% di probabilità di far perdere soldi, quasi il 50% di rendere quanto il tasso risk free e solo circa il 2% di offrire un risultato stellare.

Tuttavia, investire in modo diversificato, ad esempio tramite un ampio indice globale di azioni, protegge dal cosiddetto “rischio specifico”, ovvero la possibilità che una singola società fallisca o subisca eventi negativi. L’investimento azionario a lungo termine non ha nulla di speculativo se legato alla capacità di generare profitti in un dato contesto economico.

Il Vero Valore di un’Azione: Profitti e Aspettative

Il valore intrinseco di un’azione, espresso dal suo prezzo, non è determinato dalla semplice dinamica di domanda e offerta nel breve termine. Piuttosto, è l’equilibrio delle opinioni del mercato sul valore dei flussi di cassa futuri che definisce il prezzo.

Questo valore intrinseco si compone di due elementi:

  1. Valore presente: espresso dagli utili che una società genera, divisi per il numero di azioni (utili per azione).
  2. Valore futuro: la scommessa del mercato sulla capacità della società di generare utili crescenti o decrescenti nel futuro prevedibile.

Le azioni rappresentano pretese sui profitti delle società, che esistono proprio per generare profitti vendendo prodotti o servizi. Che questi profitti vengano distribuiti come dividendi, usati per i buyback, per ripagare debiti o reinvestiti nell’attività, sono gli utili che determinano il valore fondamentale di un’azione per un investitore.

Il Prezzo delle Azioni: Una Formula Imperfetta ma Rivelatrice

Il prezzo di un’azione esprime il valore presente dei flussi di cassa attesi, attualizzati da un tasso di sconto. In termini più semplici, è una stima degli utili futuri portati al presente utilizzando un “tasso di sconto”, che non è altro che il rendimento atteso.

Per calcolare il prezzo “fair” di un’azione, in teoria, si devono fare due cose:

  1. Stimare gli utili futuri (o meglio, il free cash flow): Questa è la parte più difficile, poiché richiede di “guardare nella palla di cristallo” e indovinare. Il free cash flow è una misura più precisa della cassa effettivamente generata e disponibile per gli azionisti.
  2. Calcolare il tasso di sconto adeguato: Si parte dal tasso risk-free (es. rendimento di un titolo di stato decennale). A questo si aggiunge un premio per il rischio azionario, noto come “Equity Risk Premium”, che compensa il rischio maggiore rispetto ai titoli di stato. Questo premio è soggettivo, simile al “quanto basta” in una ricetta.

Il modello CAPM (Capital Asset Pricing Model) di William Sharp suggerisce che il rendimento atteso di un’azione è dato dal tasso risk-free più l’Equity Risk Premium moltiplicato per Beta, un coefficiente che misura la sensibilità dell’azione rispetto al mercato. Maggiori sono il Beta (o il rischio percepito), maggiore sarà il tasso di sconto applicato, e minore sarà il prezzo “fair” risultante.

Anche se i modelli matematici non offrono un vantaggio competitivo nel battere il mercato, sono utili per comprendere la correlazione tra l’andamento di un’azione e i suoi fondamentali, e per distinguere la parte del prezzo basata sul valore presente da quella basata sulle stime future.

Prezzi Elevati non Significano Necessariamente Maggior Rischio

È un errore comune confondere un mercato “costoso” con un mercato “rischioso”. Se un prezzo è elevato rispetto agli utili di un’azione, significa che gli investitori richiedono un rendimento inferiore per lo stesso dollaro di utile, perché considerano quell’utile più probabile e meno rischioso.

Ad esempio, se pensiamo che investire in una società sia poco rischioso, applicheremo un basso tasso di sconto, facendo salire il prezzo “fair”. Viceversa, un alto rischio percepite porta ad un alto tasso di sconto e ad un prezzo “fair” più basso. Quindi, non si dovrebbe dire “questo mercato è caro, non ci investo”, ma piuttosto “questo mercato non è abbastanza rischioso rispetto al rendimento che voglio ottenere”.

Una delle leggi universali della finanza è che i prezzi d’acquisto attuali hanno una correlazione inversa con i rendimenti futuri: più alto è il prezzo di acquisto, minore sarà il rendimento atteso (a parità di altre condizioni). Tuttavia, affermare che i prezzi siano “troppo alti” o “sopravvalutati” e che mercati con valutazioni elevate siano necessariamente più rischiosi non ha senso dal punto di vista della teoria finanziaria.

L’Impatto dei Tassi di Interesse e l’Innovazione Dirompente

I mercati azionari tendono a festeggiare quando ci sono segnali di tagli dei tassi di interesse da parte delle banche centrali. Tassi più bassi significano un costo del denaro inferiore e, dal punto di vista delle valutazioni, un tasso di sconto inferiore (poiché si parte da un tasso risk-free più basso). A parità di altre condizioni, un tasso di sconto più basso fa salire il prezzo “fair” di un’azione o dell’intero mercato.

Inoltre, il mercato fatica a prezzare l’innovazione dirompente (disruptive innovation), un concetto coniato dal professore di Harvard Clayton Christensen. Le innovazioni che trasformano completamente un mercato (come smartphone, streaming, social media) spesso provengono dal basso e creano “monopoli di fatto”. Le valutazioni elevate di alcune società americane, in particolare gli “hyper scaler” o le società di servizi digitali, possono riflettere questa difficile capacità di stimare i loro margini di crescita potenziali e le economie di scala. Non si può semplicemente confrontare mele con pere, affermando che queste valutazioni sono “troppo alte” solo perché i multipli sono elevati.

I 5 Concetti Fondamentali per un Investitore Consapevole

Riassumendo, ecco i cinque concetti chiave da tenere sempre a mente quando si investe in azioni:

  1. Investire in azioni significa investire nella capacità di un mercato di generare profitti nel tempo, non nella speranza che qualcuno in futuro sia disposto a comprare i vostri asset a prezzi più alti per via della domanda crescente.
  2. Nel prezzo delle azioni sono incorporate una componente oggettiva (gli utili attuali) e una componente soggettiva (l’opinione generale del mercato riguardo agli utili futuri).
  3. Le valutazioni elevate esprimono una percezione di rischio inferiore da parte del mercato o una maggiore capacità attesa di generare utili per lo stesso rischio assunto. Pertanto, attenzione a giudicare “rischioso” un mercato solo perché è “caro”; spesso è vero il contrario.
  4. In ogni momento, i prezzi delle azioni riflettono l’opinione media del mercato riguardo agli utili futuri e al tasso di sconto, ovvero il rendimento richiesto per compensare un certo livello di rischio.
  5. Il mercato fa più fatica a stimare gli utili derivanti da innovazioni dirompenti, motivo per cui è spesso sbagliato limitarsi a dire che certe valutazioni sono “troppo alte”, dato che a volte non si riesce a stimare pienamente l’economia di scala di innovazioni ancora poco comprese.

In definitiva, investire in azioni significa investire nella generazione futura di profitti da parte di un ampio sistema economico. Finché esiste un’economia composta da società che generano profitti, il valore dell’investimento azionario si sorregge sulle proprie gambe, nonostante gli inevitabili cicli economici e gli shock di breve termine.


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