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Il trend following e l’individuazione del prezzo e del timing sono elementi fondamentali per diventare dei bravi trader. Negli ultimi anni, però, ha preso piede un approccio che, pur essendo in linea teorica più che positivo, rischia di fare più danni che altro: l’over-analisi. Esso consiste nell’utilizzo intensivo degli indicatori, in una ricerca di segnali – e conferma degli stessi – che diventa convulsiva.

La soluzione a questo comportamento pericoloso è il ritorno allo studio del prezzo come puro e unico elemento decisionale.

Prezzo come centro dell’analisi, dunque. Perché?

Di seguito, una rapida riflessione sull’importanza del prezzo rispetto agli indicatori e un accenno a due approcci che sfruttano il prezzo nel contesto dell’analisi tecnica.

Perché il prezzo va preferito agli indicatori

Il principio di fondo è il seguente. Se utilizzo molti indicatori, il numero di informazioni che ho a disposizione aumenta vertiginosamente. Di conseguenza, devo organizzarle, distinguere quelle utili da quelle inutili, fuorvianti. Tuttavia, se non sono così bravo rischio di perdermi, di ignorare i veri segnali e di affidarmi ai falsi segnali. Il rapporto causa effetto, che si gioca su un effetto domino quasi inevitabile, è molto chiaro.

Inoltre, se utilizzo molti indicatori, essi sono utili solo se lanciano tutti il medesimo segnale. Per farlo, però, devono verificarsi delle condizioni, le quali cambiano da indicatore a indicatore. E’ evidente, quindi, che devo tenere d’occhio molti parametri, se voglio accorgermi per tempo di tutte le condizioni che, via via, si stanno verificando. Ciò aumenta la fatica e, a lungo andare, proprio a causa della stanchezza, compromette la lucidità.

Da qui, la necessità, ogni tanto, di semplificare il lavoro di analisi. Di ritornare, dunque, a porre il prezzo in una posizione centrale. La semplicità è un valore che calza su tutto, valido in ogni ambito, e il trading online non fa la differenza. Tuttavia, una domanda sorge spontanea: come fare? Come si utilizza il prezzo alla stregua di un indicatore? I modo sono numerosi. In questa sede, faremo cenno a due approcci differenti.

Il prezzo come punto pivot e la questione dei volumi

Il primo metodo consiste nel considerare il prezzo, ovviamente da un punto di vista diacronico, come indicatore di supporti e resistenze.

Ora, esistono indicatori specifiche per individuare supporti e resistenze ma va bene anche il prezzo. Anche perché tale metodo è davvero veloce e a prova di principiante. L’unica cosa che il trader deve fare è individuare i minimi e massimi di giornata, e i minimi e i massimi della settimana.

I primi due corrispondono rispettivamente al primo supporto e alla prima resistenza. Gli altri corrisponderanno al secondo supporto e alla seconda resistenza. A questo punto, ponete gli stop loss e gli stop limit in base ai valori che avete trovato.

In alternativa vi consigliamo l’utilizzo dell’indicatore We-Trend che vi traccia in automatico sul grafico supporti e resistenze partendo dallo studio del prezzo. L’indicatore vi propone pure uno studio del trend di sottofondo in base al timeframe in cui lavorate.

We-Trend: supporti, resistenze e trend

L’altro metodo consiste nell’analizzare contestualmente il volume e il prezzo. E’ un metodo semplicissimo.

Se l’asset è inserito in un trend definito, e quindi non è in fase laterale, e se volume e prezzo vanno nella stessa direzione allora il segnale è di continuazione; se volume e prezzo divergono, il segnale è di inversione. Tale metodo può essere utilizzato anche in fase laterale, anche se tende a restituire segnali un po’ meno affidabili, quindi va impiegato in concomitanza (questa volta sì) con un indicatore. Ad ogni modo, il meccanismo è simile. Se la fase è laterale, il prezzo è più o meno fermo. Se alle oscillazioni minime corrisponde un cambiamento deciso dei volumi, e per giunta di segno opposto, allora il segnale che si ricava è di inizio trend (che dovrebbe verificarsi nel brevissimo periodo.

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