L’ RSI, acronimo di Relative Strenght Index, è un indicatore che appartiene alla categoria degli oscillatori. Restituisce, dunque, valori compresi tra un minimo e un massimo, che vanno interpretati per trarre segnali precisi e affidabili.
Come molti oscillatori, l’RSI fornisce informazioni importanti circa le situazioni di ipercomprato e di ipervenduto, le quali pongono in essere opportunità notevoli per i trader. E’ molto apprezzato per la sua affidabilità, verificata in quasi quarant’anni di “onorato servizio” (è stato sviluppato dal trader John Welles Wilder nel 1978). Nel dettaglio, come si usa l’RSI?
Indicatore RSI: il calcolo
Innanzitutto, una buona notizia: non è compito del trader eseguire il calcolo. Nella stragrande maggioranza dei casi, le piattaforme e i broker forniscono l’RSI già pronto per essere utilizzato. Conoscere il processo di calcolo che porta alla formazione dell’RSI è tuttavia utile per comprendere la natura dell’indicatore e quindi utilizzarlo al meglio. In realtà, le formule sono due. La prima è la seguente.
Il valore GP corrisponde al numero dei giorni positivi; il valore GN è il numero dei giorni negativi.
La seconda formula è simile.
Il valore GpM indica la media dei giorni positivi, il valore GnM indica la media dei giorni negativi.
Vi è poi un’altra variabile, che però non figura nei calcoli. E’ la variabile “periodi”. Quando si imposta l’RSI, è necessario specificare il numero di periodi a cui si fa riferimento. Il trader gode di ampia scelta ma l’opzione universalmente riconosciuta come la più sicura corrisponde al numero 14.
Oscillatore RSI: ipercomprato e ipervenduto
Come già accennato, l’RSI è un oscillatore, ossia restituisce valori entro un certo range. In questo caso, i valori vanno da 0 a 100.
Essenzialmente, l’RSI segnala le fasi di ipercomprato e ipervenduto e la loro forza.
Nello specifico, si assiste a una situazione di ipervenduto quando l’indicatore produce un valore compreso tra lo 0 e il 30. Quando, viceversa, produce un valore compreso tra 70 e 100 l’asset versa in una condizione di ipercomprato.
Nella pratica, l’RSI è molto efficace nel fornire segnali di inversione. Ciò accade quando il trend si distingue per una marcata direzionalità e, allo stesso tempo, il prezzo supera o la soglia del 30 o la soglia del 70.
L’RSI è un indicatore valido di per sé, può essere utilizzato anche da solo, ma sfrutta tutto il proprio potenziale se associato ad altri indicatori, come le Bande di Bollinger. In generale, il Relative Strenght Index funziona molto bene in associazione con quegli indicatori che coinvolgono i concetti di ipercomprato e ipervenduto.
L’RSI è per sua natura un indicatore spiccatamente adatto al trading veloce. Il motivo è semplice: segnala principalmente le inversioni di trend, le quali possono essere sfruttate pienamente solo in un contesto di trading veloce.