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Pat Dorsey è uno dei più famosi esperti di trading azionario a livello mondiale. Prima dei suoi successi, è il suo curriculum che parla per lui: dal 2000 al 2001 è stato Director of Equity Research per Morningstar, ruolo che l’ha visto a capo di un gruppo di ben 90 analisti. Qualche anno fa, poi, ha fondato la Dorsey Asset Management, una importantissima società di risparmio gestito.

Pat Dorsey è conosciuto soprattutto per il suo bestseller: “The Five Rules for Successful Stock Investing”, libro tramite il quale ha condiviso le sue conoscenze sul mercato azionario. In questo articolo proponiamo il succo del suo lavoro, ovvero i 5 segreti per fare successo nel trading azionario.

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Fai i compiti per casa

Una espressione strana, almeno nella traduzione in italiano dell’originale “do your homework”. Con questo consiglio, in realtà, Pat Dorsey fa riferimento a un concetto semplice. Ovvero, al concetto di studio. E’ questo uno dei “segreti” per un buon trading azionario. Per quanto possa sembrare il classico segreto di Pulcinella, o la scoperta dell’acqua calda, è proprio su questo punto che i trader cadono. Molti, infatti, non dedicano sufficiente tempo allo studio del mercato e soprattutto allo studio della società emittente, preferendo insistere sulle tecniche di investimento che coinvolgono più da vicino l’operatività.

Per ottemperare a questo onere, che nella sua concezione rappresenta una vera e propria conditio sine qua non, Pat Dorsey suggerisce ai trader di prendersi un vero e proprio “periodo di riflessione” prima di investire il denaro, in modo da far decantare le tante idee che, fino a quando rimangono sulla carta, possono sembrare più geniali di quanto non lo siano. Suggerisce anche di non giudicare il monaco dall’abito, dunque di non lasciarsi impressionare in positivo (e in maniera affrettata) da segnali che promettono molto; né di lasciarsi impressionare in negativo da segnali o semplici spunti che appaiono poco profittevoli.

Cerca gli Economic Moat

Questo consiglio è già più complicato. Infatti, non coinvolge concetti di tipo comportamentale, bensì elementi di natura tecnica. L’Economic Moat, non a caso, può essere considerato un parametro, a volte offerto e già pronto per l’uso da siti, testate, piattaforme di analisi; altre volte da ricavare in prima persona dal trader. In buona sostanza, l’Economic Moat misura la capacità di una società di conservare le posizioni di vantaggio nel medio e lungo periodo, a prescindere da quanto accade intorno a lei. In un certo senso, certifica la sua impermeabilità al ciclo economico, partendo però da una situazione positiva.

Nella concezione di Pat Dorsey, e in generale di tutti i trader esperti, l’Economic Moat è un parametro che consente di predire il futuro, prossimo e remoto, di un titolo azionario. La dinamica è ovvia: se un titolo ha mantenuto un buon prezzo anche nei periodi di crisi del comparto, allora è probabile che riuscirà a mantenerla in futuro.

Il problema dell’Economic Moat risiede nel fatto che, spesso e volentieri, non sono direttamente disponibili dunque vanno elaborati “manualmente”. In questo caso occorre analizzare le performance dell’azienda in maniera diacronica, ovvero prendendo in considerazione non solo un periodo di tempo lungo, ma anche “vario”, ovvero caratterizzato da crisi del comparto, momenti di crescita e momenti di staticità.

Il consiglio di Pat Dorsey, nello specifico, è di prendere in considerazione le società con buoni Economic Moat. Dunque, le grandi società.

Garantirsi un margine di sicurezza

A prima vista, il concetto di “margine di sicurezza” potrebbe sembrare fumoso, o connesso a un semplice dato comportamentale, che richiama a una generica prudenza. E invece, nel sistema teorico e pratico di Pat Dorsey, il “margine di sicurezza” è un elemento tecnico. Nello specifico, si tratta della differenza tra il valore reale di una azione e il suo prezzo. Non è un fenomeno raro o difficile da intuire: dipendentemente dalle vicende del mercato, che sono sempre alterne, un titolo potrebbe essere prezzato a una cifra che non rispecchia il suo reale valore. Questa differenza è definibile come “margine di sicurezza” perché, prima o poi, il mercato cercherà di recuperare questo gap, in una sorta di assestamento fisiologico.

Il consiglio di Pat Dorsey, quindi, è di acquistare titoli che offrono un margine di sicurezza elevato. In un certo senso, è una evoluzione – più intelligente – del concetto “compra basso e vendi alto”.

Attendi il momento giusto per vendere

Questo consiglio rivela il leit-motiv del trading secondo Pat Dorsey, uno dei suoi principi cardini. Ovvero, la preferenza per il trading a lungo termine. Dorsey, sia chiaro, non considera il Daily Trading una perdita di tempo. Semplicemente, almeno in riferimento al mercato azionario, lo considera meno profittevole rispetto all’alternativa.

L’indicazione dell’autore, in questo caso, è di vendere solo quando il prezzo è aumentato molto. Come condizione sufficiente alla vendita, Dorsey non indica il semplice surplus, quello non basta.

Uno dei motivi che adduce è molto intuitivo. le commissioni. Chi non aspetta il momento perfetto, ma vende in fretta, produce ordini a un ritmo troppo elevato, sicché il suo guadagno potrebbe essere eroso dalle commissioni.

Saper individuare i segnali di vendita

Questo consiglio si riallaccia a quello precedente. Se la generazione di un surplus non giustifica una vendita, in realtà non basta nemmeno la generazione di un surplus grande. A suggerire la vendita è tutto un insieme di segnali che vanno riconosciuti come tali, se il mercato li produce.

I segnali, a dire il vero, sono numerosi. Dorsey ne cita parecchi. In questa sede citiamo i più significativi.

Declino dei fondamentali. A prescindere dal prezzo, se il titolo ha generato un surplus discreto ma la società emittente inizia a presentare dei fondamentali in via di deterioramento, è bene procedere alla vendita.

Il prezzo è andato troppo oltre il valore reale. Ecco, se il margine di sicurezza è diventato molto molto elevato, ovvero la differenza tra prezzo e valore intrinseco si è allargata oltre il buon senso, è probabile una imminente discesa. Dunque, è meglio vendere in anticipo.

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