La statistica, almeno in linea teorica, non gioca a favore dei trader. Si stima che, nel Forex Trading, l’85% circa dei trader concluda l’anno solare in perdita. Il restante 15% è formato da individui che guadagnano, e in alcuni casi guadagnano molto, e da altri – una ristretta minoranza – che viaggiano sulla parità. A leggere questi numeri, se sei tra questi ultimi potresti persino sentirti fortunato. Ma è ovvio: si fa Forex Trading per generare profitto, non per passatempo…

E allora questo articolo può fare al caso tuo. Di seguito, infatti, ti spiego 5 ragioni per cui non stai guadagnando denaro con il Forex Trading.

L’importanza dell’approccio emotivo al Forex Trading

Se pensi che un trader vincente sia una specie di macchina, fredda e calcolatrice, mossa sempre e comunque dalla razionalità, ti stai sbagliando. Ovviamente, questo tipo di approccio è l’ideale verso cui tendere, ma nella realtà non è mai così. La sfera emotiva e psicologica, infatti, riveste un ruolo di primo piano. E’ il vero convitato di pietra dell’attività di Forex Trading. Un elemento che non può essere rimosso ma solo gestito. Il rischio, infatti, è che siano le emozioni a gestire il trader e non viceversa.

Chi ignora questo punto rischia di non guadagnare, anzi di perdere. Ciò risulta evidente nel momento della sconfitta, è in quel caso che le emozioni rischiano di prendere il sopravvento. Se ti senti dominato a uno spirito di rivalsa, e non vedi l’ora di rientrare nel mercato per compensare la sconfitta precedente… Beh, stai usando l’approccio sbagliato, quello che ti porta ad agire in maniera tendenzialmente impulsiva, quindi poco efficace.

L’approccio corretto consiste nel mettere a tacere questo sentimento, o almeno ignorarlo. E aspettare, come si dovrebbe fare sempre del resto, l’occasione giusta.

La psicologia nel trading: controllo delle emozioni

Il capitale di partenza

Il Forex Trading è un ambiente molto competitivo, in cui l’uguaglianza e men che meno la solidarietà (almeno nel momento dell’operatività) non hanno cittadinanza alcuna. E’ un ambiente che, in maniera del tutto logica e legittima, tende a favorire i più forti e i più scaltri. Ora, la forza nel mercato valutario (come in quello azionario, obbligazionario) etc. coincide con il capitale. Nel tuo caso, se hai iniziato da poco, con il capitale di partenza.

Se ancora il tuo conto langue il motivo potrebbe essere semplicemente questo: hai poche risorse. E’ un problema serio, anche perché sono estremamente rari i casi in cui i profitti viaggiano sulla doppia cifra. In questo caso, valuta di utilizzare la leva, oppure rimpinguare il tuo conto con denaro “esterno”. Sono due soluzioni che però presentano dei rischi. Nel primo caso, il rischio è dato dal meccanismo stesso della leva, che moltiplica i guadagni ma anche le perdite. Nel secondo caso, dal semplice fatto che, essendo il denaro immesso nel conto presumibilmente guadagnato, esso genera una pressione emotiva maggiore. Una cosa è rischiare di perdere soldi. Un’altra cosa è rischiare perdere soldi di cui, in fondo, si ha bisogno.

Il ruolo del take profit

Questo è un motivo squisitamente tecnico. Se non stai guadagnando denaro, ciò potrebbe essere causato da una inadeguata gestione del take profit. Nello specifico, è possibile che tu stia utilizzando un metodo di individuazione troppo accomodante, che determina un livello di take profit troppo alto. In questo caso, il mercato spesso cambia rotta prima che tale punto venga raggiunto, impedendoti di fatto di uscire e raccogliere i frutti del tuo operato.

Il consiglio, nella fattispecie, è di settare il take profit più in basso, in modo da non subire il corso degli eventi e rimanere con la bocca asciutta anche quando il trade avrebbe potuto rivelarsi vincenti.

L’analisi tecnica

La questione si complica, anche perché a essere complesso è proprio l’argomento “analisi tecnica”. Il punto di partenza, però, è comprendere che una cattiva analisi tecnica determina sempre un trading poco profittevole, se non addirittura in perdita. Questo perché l’analisi tecnica consente di recepire i segnali, e se non è praticata in maniera efficace i segnali che si ricavano sono falsi o inutili.

Un problema ulteriore nasce quando l’analisi tecnica è troppo complessa. In questo caso, anche qualora la si praticasse con tutte le accortezze del caso, il rischio di incappare in segnali non idonei sarebbe troppo alto. Ciò accade quando si intraprende la via della complessità, ovvero quando si utilizzano indicatori sì sulla carta efficaci, ma anche molto difficili da leggere. Il consiglio, in questo caso, è ovviamente di utilizzare gli indicatori con cui si ha molta dimestichezza, a prescindere dal loro grado di complessità, ma di adottare allo stesso tempo un approccio semplice, come minimo in funzione di controprova. Ovvero, confermare con indicatori semplici quanto suggerito dagli altri indicatori. In questa prospettiva, persino una semplice analisi dei minimi e dei massimi settimanali può giocare un ruolo importante.

Il broker, amico-nemico

Molto banalmente, infine, il broker non sta remando dalla tua parte. Se hai scelto male il broker, fermo restando che l’onestà è un valore assoluto, potresti scontare condizioni economiche niente affatto invidiabile. Il riferimento è in primo luogo allo spread. Se è troppo alto, il tuo profitto viene sistematicamente eroso, un po’ come accade per le tasse con gli interessi, per gli interessi con l’inflazione.

Dunque, prima di dare la colpa a te stesso per i mancati guadagni, fai un confronto con altri broker in circolazione. Se noti uno squilibrio negli spread, hai trovato la soluzione ai tuoi problemi.

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